La protagonista della storia, una ragazza interrotta dalla presenza di una madre “troppo buona”, ci racconta della bontà che diventa identica alla cattiveria quando presume di sapere ciò che è giusto o sbagliato, quando non riesce a lasciare spazio per vivere. Ripercorrendo i passi di Cenerentola, incontrando i personaggi della storia che si animano nella sua stanza e che prendono sostanza, forma e colore dalla tappezzeria delle pareti e dagli oggetti di uso quotidiano, la protagonista gioca, sogna e modifica la sua vita. La fiaba suggerisce una via di uscita: quale che sia il contesto difficile che si vive, il domani, si può essere certi, porta sorprese. Ed è per questo che vale la pena tentare, sognare, per incontrare i mille fatti del caso e della realtà. Il tema centrale dello spettacolo è la complessa trama delle relazioni parentali tra madre e figlia, e di rapporti tra donne, che dovranno scegliere di essere madri o matrigne, sorelle o sorellastre. Certamente questo schema di relazioni va oltre il genere maschile e femminile in quanto investe il rapporto genitore-figlio/adulto-minore e qualsiasi relazione educativa. “Avete mai confuso il sogno con la vita? O nascosto qualcosa come un ladruncolo qualsiasi? Vi siete mai sentiti impauriti come davanti ad una strega? O creduto che i vostri oggetti come per magia si muovessero e invece erano fermi? Forse aveva ragione mia madre. Forse sognavo e basta. Forse erano gli anni 80. O magari ero o mi sentivo una CENERENTOLA.”
teatro d’attore, danza contemporanea – dai 9 anni (scuola dell’infanzia e primaria)
con
Maria Pascale, Nunzia Antonino, Annarita De Michele, Luigi Tagliente/Salvatore Marci, Paolo Gubello
regia
regia, scene e luci Michelangelo Campanale – drammaturgia Katia Scarimbolo
produzione
Tra il dire e il fare