Il cielo degli orsi si compone di due storie. La prima ci racconta di un orso che svegliatosi da un lungo letargo, e soddisfatta la fame, si mette a pensare a come sarebbe bello essere un papà. Così, con tutto il coraggio di cui è capace, si mette a gridare in direzione del bosco: “Qualcuno sa dirmi come si fa ad avere un cucciolo?” Dopo un lungo cercare sembra che la soluzione stia in cielo… .

La seconda ci racconta invece di un orsetto, che è molto triste per la morte del nonno. Quando la mamma gli spiega che il nonno era molto stanco ed ora è felice nel cielo degli orsi, dice: “Ci voglio andare anch’io”. E parte per il mondo alla sua ricerca… .

Per entrambi i nostri protagonisti l’infinità del cielo sembra essere l’unico luogo in cui le loro domande possono essere soddisfatte, per poi accorgersi, alla fine del loro cercare, che è sulla terra, vicino a loro, che si trova la risposta. Infatti l’orso la trova in una bella orsa che gli compare al fianco e che indovina in un attimo i suoi pensieri.

Insieme si pensa sempre meglio che da soli e così, all’approssimarsi della primavera, una soluzione la troveranno. Piccolo Orso invece la risposta la trova nelle rassicuranti certezze rappresentate dagli affetti familiari: nei genitori che si prendono cura di lui affinché superi il suo dolore e si convinca che la vita è, davvero, il suo più bel cielo.

per la scuola dell’infanzia e primo ciclo primaria, dai 3 anni
teatro d’ombre, d’attore e danza (durata 45 minuti)

dall’opera Hemel voor Beer (Un paradiso per piccolo Orso) di Dolf Verroen e Wolf Erlbruch

regia e scene

Fabrizio Montecchi

con

Deniz Azhar Azari, Andrea Coppone

sagome

Nicoletta Garioni e Federica Ferrari (tratte dai disegni di Wolf Erlbruch)

coreografie

Valerio Longo

musiche

Alessandro Nidi

altri crediti

costumi Tania Fedeli – disegno luci Anna Adorno – realizzazione scene Sergio Bernasani

produzione

Teatro Gioco Vita

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