Al Teatro Ghirelli L’ultimo nastro di Krapp di Beckett firmato da Giancarlo Cauteruccio, un testo che il regista e interprete aveva affrontato con successo in due precedenti e fortunate edizioni.

Oggi, raggiunti i 65 anni, Cauteruccio è in perfetta coincidenza con l’età del protagonista della pièce e rientra nei panni del vecchio Krapp (che in inglese suona come Crap, spazzatura) mentre, chiuso nella sua stanza, riascolta i nastri che lui stesso ha registrato per tutta la vita, ad ogni compleanno, in forma di diario, in una sorta di viaggio nel passato alla ricerca del sé stesso giovane…

Il ritratto che emerge è quello di uno scrittore fallito, che ha rinunciato anche all’amore in nome dell’arte ma che oggi non si riconosce più nei brandelli di vita che ha scelto di incidere. Il Krapp di oggi commenta con disperata ironia le memorie e le riflessioni del giovane Krapp registrato, e qui lo riscopriamo in tutta la sua paradossale e crudele intensità.

Instancabile frequentatore della drammaturgia, della poesia, della narrativa beckettiana, Cauteruccio ha al suo attivo nove regie su testi dell’autore irlandese ed è stato l’ideatore, con Franco Quadri, di due grandi manifestazioni dedicate a Beckett.

Nel 2004, per l’interpretazione de L’ultimo nastro di Krapp, entra nella terna finale del Premio UBU come miglior attore protagonista e nel 2006, per il Trittico Beckettiano, riceve il Premio alla regia dell’Associazione Critici di Teatro al Teatro Argentina di Roma.  

L’ULTIMO NASTRO DI KRAPP

di Samuel Beckett

traduzione Carlo Fruttero

diretto e interpretato da Giancarlo Cauteruccio

costumi ed assistente alla regia Massimo Bevilacqua

produzione Compagnia Teatro Studio Krypton
in accordo con Arcadia & Ricono Ltd
per gentile concessione di The Estate of Samuel Beckett e Curtis Brown Group Limite

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