In “Nostalgia delle cose impossibili” Mariangela Gualtieri intona la voce al mistero e alla vitalità della poesia, secondo una partitura ritmica che tiene insieme parole e silenzio, timbri esortativi e riflessivi, invocazione e imprecazione, bestemmia e preghiera. “Portare la poesia in teatro significa per me cavalcare la vertigine acustica del verso, far scoprire l’immediata efficacia di quella sottile, potente energia che chiamiamo appunto ‘poesia’ – spiega Mariangela Gualtieri. – Sarà bello, spero, sentire che la poesia dà gioia, subito, che porta nutrimento alle nostre interiorità un po’ rinsecchite, denutrite da questo tempo che ci vuole frettolosi, sempre fuori di noi, affaccendati nei suoi inesauribili dettami”.

di e con

Mariangela Gualtieri, con la guida di Cesare Ronconi

produzione

Teatro Valdoca