STABIAE LIBERATA
dalle memorie di Liberato D’Orsi
l’incredibile storia della riscoperta di Stabia Antica
Le due anime del Preside Libero D’Orsi
– Primo racconto VILLA SAN MARCO – 3 e 4 settembre 2021 ore 20.00, 21.00 e 22.00 –> info e biglietti dal sito Campania by Night
– Secondo racconto VILLA ARIANNA – 10 e 11 settembre 2021 ore 18.30, 19.30 e 20.30 –> info e biglietti dal sito Campania by Night
Biglietti disponibili:
- online
- presso la biglietteria fisica di Oplontis (Torre Annunziata) e del Parco Archeologico di Pompei.
- Non è prevista biglietteria in loco la sera dell’evento.
Evento programmato e finanziato dalla Regione Campania attraverso Scabec S.p.A.con fondi POC (Programma operativo Complementare) 2014-2020, organizzato in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei e con Comitato Scavi di Stabia.
Un pensiero su I PERSONAGGI della pièce
Un Preside e un bidello, amici di infanzia, destinati a vivere per l’eternità negli scavi di Stabiae, in un continuo dialogo tra il “sopra” e il “sotto”. Immersi nella polvere del tempo, testimoni (della storia) al servizio della Storia, dell’Arte e della Bellezza, un bene di e per tutti.
Libero D’Orsi, il Preside “archeologo romantico” ci ha lasciato ricchi e gustosi racconti della sua incredibile storia sulla riscoperta dell’antica Stabia. È proprio attraverso le sue parole che potremmo cogliere quel forte spirito passionale che lo ha guidato in questa avventura e conoscere più da vicino tutto quel paesaggio, quei territori che ha attraversato e tutte quelle persone in cui si è imbattuto nel compiere la sua “eroica“ impresa. Al suo fianco un amico d’infanzia, che ritrova bidello nella scuola dove è nominato Preside, in quella stessa scuola che hanno frequentato e dove sono stati compagni di banco, la stessa da dove partirà tutta la vicenda. Un ritorno sui banchi per tutti noi, per conoscere al meglio quei luoghi e quelle opere d’arte per i quali il D’Orsi si è tanto battuto affinché la bellezza potesse essere ad appannaggio dei molti e non dei soliti pochi.
Informazioni utili
Per partecipare agli eventi è necessario che tutti i partecipanti indossino scarpe comode e si presentino 20 minuti prima dell’inizio del turno di visita.
Sarà possibile partecipare agli eventi in programma solo se si è in possesso di una Certificazione verde Covid-19 (green pass) che attesti di aver fatto almeno una dose di vaccino oppure essere risultati negativi a un tampone molecolare o rapido nelle ultime 48 ore oppure di essere guariti da COVID-19
SUI LUOGHI
info sulle ville dal sito ufficiale: pompeiisites.org/stabiae/
A Villa San Marco tema: la passione di Libero d’Orsi
Il fuoco della narrazione è sulla storia personale che ha portato Liberato D’Orsi ad appassionarsi, sin da bambino, al mondo dell’archeologia, fino alla sua riscoperta di Stabiae. Gli anni della scuola, l’eruzione del 1906, i soccorsi agli sfollati, il suo percorso di formazione, il “perdersi” e il suo peregrinare per vent’anni di scuola in scuola in giro per l’Italia e il suo “ritrovarsi” con il ritorno a Stabia e il compimento del suo destino, della sua impresa. Le difficoltà per compierla, i suoi rapporti con la Soprintendenza, gli oscuri anni de “le mani sulla città”, la meraviglia della scoperta!
A Villa Arianna il fuoco del racconto è l’uomo più che le sue vicende,
l’uomo di lettere e filosofia quale era il D’Orsi. Il tema stesso della villa, il mito di Arianna e il Labirinto ci restituiscono la chiave di lettura del suo destino, rappresentano lo specchio che riflette sotto altra luce la sua storia, svelando così la poesia preziosamente racchiusa nella sua anima, spirito guida della sua esistenza!
Gli spettatori ritrovano sia a Villa San Marco che a Villa Arianna gli stessi personaggi, l’appassionato Preside Libero D’Orsi e il saggio bidello Don Ciccio, che come Don Chisciotte e Sancio Panza, percorrono in lungo e in largo quei territori natii a cui sono destinati a rimanere legati in eterno! Così come l’Hidalgo diceva al suo fido scudiero Sancio, così come il D’Orsi diceva al suo amico Don Ciccio, così noi diciamo a voi: “non permettete che vi venga negato il sole della bellezza!”.
STABIÆ LIBERATA
dalle memorie di Libero D’Orsi
l’incredibile storia della riscoperta di Stabia Antica.
con Fabio Cocifoglia e Giampiero Schiano
drammaturgia e regia Fabio Cocifoglia
assistente alla regia Imma Pone
ambientazione Enrico De Capoa
immagine e video Pietro di Francesco
produzione Casa del Contemporaneo – Le Nuvole
in collaborazione con:
Note di regia
“Alla superficie della terra siamo quello che siamo, o meglio, quello che gli altri ci han ridotti a essere. Sotto terra siamo uomini, e che uomini!”. La frase è di Libero (all’anagrafe Liberato) D’Orsi, Preside di Castellammare di Stabia che ha legato a doppio filo il suo destino alla riscoperta dell’antica Stabia, tra i personaggi più rappresentativi dell’animo della città e punto di partenza del nostro racconto-spettacolo.
Questo rimando al sotto e alla superficie è una chiave di lettura interessante del personaggio D’orsi. Indubbiamente nella “superficie” rientra quell’aspetto che il D’Orsi definisce “quello che gli altri ci hanno ridotti ad essere”, cioè il come veniamo percepiti dagli altri, la nostra immagine pubblica; ben altra cosa è l’interiorità, il “sotto” dell’essere umano, e quindi ecco: “allora sì che saremo uomini, e che uomini!”.
L’indagine su entrambi gli aspetti dell’uomo Libero D’Orsi, lavorando su due delle Ville di Stabia (Villa San Marco e Villa Arianna), ha reso possibile questa operazione. Ed è venuto naturale far sì che, a Villa San Marco, si racconti il percorso “eroico” della scoperta di Stabia Antica come il D’Orsi stesso racconta nel suo libro “Come ritrovai l’antica Stabia”. Villa San Marco, la villa più grande, più appariscente, più legata alla “superficie”, mentre a Villa Arianna l’azzardo è quello di provare a raccontare il “sotto” di Libero D’Orsi, a indagare l’animo del Preside, il mondo dei suoi studi e dei suoi pensieri intimi, del suo vissuto, e tutto ciò s’intona perfettamente al tema che caratterizza Villa Arianna, il Labirinto, il percorso verso la conoscenza di sé, che si esplicita proprio attraverso il percorso di ricerca, di scavo.
Dai molti libri, dalle tante testimonianze e da quei pochi video in cui appare lo stesso D’orsi si delinea la figura di un professore vivace, che s’infervora nei racconti, pieno di forza e di entusiasmo e di un grande sarcasmo e ironia, uomo ricco di passione e di coraggio.
Impossibile non mettere in voce il suo personale racconto della riscoperta di Stabia antica così ben narrato nel suo libro “Come ritrovai l’antica stabia”. Dar voce alle sue parole è stato quasi un dovere, un rispetto, che ha dato molto gusto nel farlo e si spera anche nell’ascoltarlo, un modo per avvicinare e ricordare e riportare il più possibile al pubblico una figura così ricca e importante quale è stata il D’Orsi. E dalle sue continue citazioni di poeti, di uomini di lettere e filosofia, si intuisce di come sia sempre stato in buona compagnia, mai solo, il suo sguardo sul mondo del sotto è sempre stato accompagnato dalla presenza delle più grandi menti del passato che portava sempre vive in sé. E il tentativo del lavoro di Villa Arianna è proprio quello di svelare questo suo mondo interiore, il suo amato “mondo pagano”, le sue stanze segrete dove ha sempre camminato in compagnia, con Cicerone o Catullo, come con Pascoli o Dante, e perché no, con l’Ariosto (su cui ha scritto e pubblicato vari studi critici)! È stata quindi fondamentale anche la lettura di un altro suo scritto “Il mio povero io”, dove il Preside racconta tutte le vicissitudini di una vita piena di avventure e di grandi difficoltà superate, di grandi gioie e insanabili dolori. Scavare nel personaggio D’Orsi è stato per me e per tutta la squadra di lavoro come un piccolo scavo archeologico, una ricerca interiore che ci ha molto arricchito e spero che questo racconto possa arricchire altrettanto gli spettatori che verranno ad ascoltarci.
Alcuni testi di D’Orsi, scritti di suo pugno, sono significative memorie, con uno stile inconfondibile di racconto. Da alcuni brevi video televisivi, in particolare dal documentario “Un campanile alla volta” di Ugo Gregoretti, è stato possibile anche apprezzare il suo eloquio, il suo incedere nel parlare, notare i suoi atteggiamenti nell’osservare il suo interlocutore.
Tutto ciò rappresenta il ricco materiale da cui partire per far rivivere una personalità così forte e per provare a restituirla al pubblico attraverso le sue parole, come nel racconto che ci regala nel libro “Come ritrovai l’antica Stabia”. Ma dietro i “fatti” si nasconde un senso profondo.
Si azzarda quindi un viaggio nel suo animo che, con grande generosità, ancora una volta il D’Orsi lascia trasparire dai suoi racconti in un altro libro, “Il mio povero io”, dove parla delle vicissitudini della sua vita e del suo lungo peregrinare per l’Italia prima di tornare nella sua terra d’origine e dar luogo al sogno della sua esistenza e forse al senso della sua missione su questa terra.
In questo modo il linguaggio teatrale si pone al servizio del racconto della storia di un luogo e della narrazione delle caratteristiche specifiche del sito archeologico, come dovrebbe essere per ogni visita spettacolo. È importante esaltare il genius loci e le peculiarità della storia del sito e delle sue opere d’arte, concordando e verificando con gli esperti archeologi quali contenuti scientifici veicolare attraverso la rappresentazione teatrale .
– Primo racconto VILLA SAN MARCO – 3 e 4 settembre 2021 ore 20.00, 21.00 e 22.00 –> info e biglietti dal sito Campania by Night
– Secondo racconto VILLA ARIANNA – 10 e 11 settembre 2021 ore 18.30, 19.30 e 20.30 –> info e biglietti dal sito Campania by Night