In scena, le tre fasi di un processo. È un processo speciale, perché ha luogo il giorno di Natale, con le sue luci, il cibo, i regali, i desideri, le canzoncine, gli acquisti online ossessivi, il lavoro sottopagato, le pubblicità rassicuranti e gli auguri. È speciale anche perché ha la forma di un viaggio, un viaggio che inizia nel Passato, prosegue osservando il Presente e si chiude sbirciando il Futuro.

La cosa più peculiare di questo processo però, è che sul banco degli imputati troviamo un tale Ebenezer Scrooge, il cui cognome è Consumismo e il cui capo d’accusa è

“il bisogno di consumare, di distruggere, di ridurre al nulla mediante l’uso”.

Progetto Nichel porta in scena un’indagine sul concetto di consumo nel mondo contemporaneo a partire dalle suggestioni del Canto di Natale di Dickens, di cui ricalca anche la struttura, e tenendo ben presente la differenza tra il punto di vista maschile e quello femminile. Il risultato è una riflessione potente sul consumo dell’ambiente, della società e dell’individuo, presentata attraverso due sguardi differenti.

Due spettacoli uguali eppure diversissimi, autonomi ma complementari, che porteranno interpreti e spettatori a porsi autenticamente la stessa domanda:

“E se smettessimo di fingere?”.

UN CANTO DI NATALE

Processo al consumismo

da Charles Dickens

di Progetto Nichel

spazio scenico e regia Pino Carbone

cast al femminile Anna Carla Broegg, Francesca De Nicolais, Rita Russo

cast al maschile Alfonso D’Auria, Riccardo Marotta, Fabio Rossi

drammaturgia Anna Carla Broegg, Pino Carbone

musiche Antonio Maiuri

produttore artistico musicale Marco Messina

costumi Rita Russo

aiuto regia Manuel Di Martino

coproduzione Casa del Contemporaneo, Tradizione e Turismo – Centro di Produzione Teatrale con il supporto del centro residenziale “L’Oasi” di Silvia Scarpa

ringraziamo anche Teatro stabile d’innovazione Galleria Toledo

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