Titolo dello Spettacolo Festa al celeste e nubile santuario
Autore Enzo Moscato
Cast Cristina Donadio, Lalla Esposito, Anita Mosca, Giuseppe Affinito
Luci Cesare Accetta
Musiche Claudio Romano
Scene Clelio Alfinito
Costumi Daniela Salernitano
Assistente costumi Michela Lucibello
Consulente Lingua dei Segni Vincenza Modica
Fonica Teresa Di Monaco
Regia Enzo Moscato
Produzione Compagnia Teatrale Enzo Moscato/Casa del Contemporaneo – Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale
Durata 120 minuti, compreso intervallo
Debutto 28 novembre 2019 Teatro San Ferdinando, Napoli
Organizzazione Claudio Affinito
I luoghi di Scannasurice e di Trianon, lavori precedenti di Enzo Moscato, sono spazi contigui a quelli in cui si svolge Festa al celeste e nubile Santuario. Anche in questo spettacolo, coprodotto dalla compagnia teatrale Enzo Moscato e da Casa del Contemporaneo, sono di scena un vicolo e un basso a Napoli dove tre ‘insolite’ nubili sorelle vengono quasi fotografate in un’esistenza banalmente quotidiana, ripetitiva, solo riscattata dall’esaltato culto per la Vergine Immacolata e dalla rigidissima condotta etico-sessuale che ne consegue.
I loro rapporti personali sono ferreamente gerarchici e improntati a un sistema di diritti-doveri-poteri appartenenti al più tradizionale schema anagrafico-familiare: il comando assoluto è nelle mani di Elisabetta, la maggiore, l’inflessibile custode della virtù, propria e delle sorelle, come della giusta obbedienza ai dogmi e ai ministri della Chiesa; subito dopo viene Annina, la visionaria, colei che afferma di vedere e parlare con lo Spirito Santo, di ricevere ineffabili messaggi dalla Madonna, l’apocalittica e inascoltata voce che annuncia l’Evento, il sacro Evento che sta per realizzarsi sotto i loro occhi, tra le miserabili mura del loro basso, in mezzo a prosaici detersivi, caramelle, forcine per capelli; in ultimo c’è Maria, la muta, la totalmente priva di potere, ma anche l’enigmatico oggetto del miracolo, della imperscrutabile scelta divina.
In questa atmosfera così scarnificata e piamente devota accade che le fantasie, le reiterate filippiche di Annina incomincino a concretizzarsi, a incidere sensibilmente sul quotidiano, a trasformarlo, poco per volta in presenza dell’eccezionale, in una inusitata esperienza che non può non travolgere i consueti canoni esistenziali delle tre sorelle.